Archivio | Ottobre 2009

TEST SUGLI ANIMALI – GUIDA LAV AL NON TESTATO – COSMETICI

Lo Standard Internazionale “Non Testato su Animali”, promosso in Italia dalla LAV, è l’unico disciplinare riconosciuto a livello internazionale in grado di indicare ai consumatori le aziende produttrici di cosmetici che hanno deciso di non contribuire alla sperimentazione animale.

Le aziende aderenti si impegnano a:

• non effettuare – direttamente o commissionandoli a terzi – test su animali

• monitorare i propri fornitori e produttori perché si attengano all’impegno di non testare su animali le materie prime cosmetiche dopo la data fissata nella sottoscrizione allo Standard


• non utilizzare ingredienti provenienti dall’uccisione di animali.

Le aziende che hanno dimostrato di rispettare i criteri dello Standard e hanno superato il controllo effettuato da ICEA, sono state inserite nella Guida al non testato della LAV.

Lo STOP lo puoi scrivere con il tuo rossetto, con il tuo dopobarba, con il tuo dentifricio: scegli i prodotti delle aziende che trovi sulla Guida LAV, aziende che si sono impegnate concretamente per mettere fine ai test cosmetici su animali.

Per maggiori informazioni sui cosmetici non testati, potete contattare direttamente Michela Kuan, responsabile della campagna: [email protected]

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Le aziende elencate sotto sono le ditte italiane approvate dalla LAV, che hanno sottoscritto l’impegno a rispettare lo standard .

Scegliendo i prodotti di queste aziende, puoi acquistare:

make up

saponi e creme

prodotti per l’igiene orale

detersivi

con la certezza di non contribuire alla sperimentazione animale.

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Per ottenere il riconoscimento di adesione allo Standard Non Testato su Animali, l’azienda deve:

– compilare un questionario dettagliato sulla propria politica aziendale in merito ai test su animali;


– fornire informazioni di tipo commerciale quali:


– tipologia di prodotti commercializzati


– mercato


-origine degli ingredienti


Il produttore deve inoltre presentare una dichiarazione scritta di TUTTI i propri fornitori, che attesti l’ impegno a non eseguire test su animali, almeno a partire dalla data fissata nella sottoscrizione allo Standard.

Se la documentazione risulta completa e corretta, l’azienda può richiedere la visita ispettiva di ICEA, che organizza un controllo sul campo.

L’organismo ufficiale accerta la conformità dell’azienda rispetto a quanto dichiarato sulla documentazione e verifica contestualmente anche l’adesione ai minimi requisiti di legge in termini di norme di buona fabbricazione (NBF).

Solo in seguito all’esito positivo della visita ispettiva ICEA, la LAV autorizza l’azienda all’utilizzo della dicitura dello standard.

Dal 2004 la LAV ha stilato un accordo con ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale) che garantisce la conformità delle aziende ai principi dello Standard Non Testato su Animali.

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AZIENDE ITALIANE
che aderiscono allo Standard internazionale

Argital: Mi Fido

Allegro Natura: Bioermi, Happy clean


BioPet


Cibe Laboratori: Fiori & Frutta, Mondo Naturale, Antica Provenza Ligure, Econatura, Antico Marsiglia, Samarcanda


Coop


Derbe: Regenè; Speziali Fiorentini; Seres.


D’Aymons


Dr Taffi


Evan Bartholomew: Evan


Flora


Hawai


Helan


I Serafini


Indica


L’Erbolario

Mondosolidale


Pedrini Cosmetici: Lepo Line A


SAN.ECO.VIT :Ecoland, Biobi, Ecor, Ecotan, Victor Philippe


Saponificio Gianasso: Floralia, i Provenzali.


Aziende estere distribuite in Italia

The Body Shop



Montagne Jeunesse


John Paul Mitchell System


Jason Natural Cosmetic


W.S.Badger

Per conoscere l’elenco completo delle aziende straniere che hanno aderito allo standard, puoi consultare il sito BUAV 

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Che cosa fa la LAV

 In attesa del 2013, data in cui è prevista l’entrata in vigore del bando totale ai test cosmetici su animali, non solo per il prodotto finito ma anche per le materie prime che lo costituiscono, la LAV:

continua a promuovere lo Standard Non Testato su Animali incentivando le aziende italiane ad aderirvi;
ha contattato più di 1.000 aziende cosmetiche italiane e partecipato a fiere di settore;
è impegnata insieme alle principali associazioni animaliste europee nell’influenzare la legislazione in ambito cosmetico, al fine di incentivare il ricorso ai metodi alternativi alla sperimentazione animale.

Che cosa puoi fare tu
Per non incrementare i test sugli animali, scegli per quanto possibile solo i prodotti delle aziende presenti nella nostra lista. Parlane con i tuoi amici e conoscenti
Sostieni la LAV
Migliaia di animali attendono ancora il nostro aiuto e per salvarli abbiamo bisogno anche del tuo sostegno.
Puoi dare il tuo contributo alla campagna contro i test cosmetici della LAV assicurando, tramite una donazione deducibile, il necessario sostegno economico alle nostre azioni o, se preferisci, diventando socio LAV.

Se il produttore dei tuoi cosmetici preferiti non ha ancora sottoscritto lo Standard “Non testato su animali”, invitalo a:
• fornirti indicazioni di come effettua controlli su fornitori e produttori di materie prime;
• impegnarsi per rispettare il nostro standard.

Maggiore sarà il numero di aziende che aderiranno, minore sarà il numero di animali vittime degli esperimenti.

Per contattare i produttori, modifica inserendo i tuoi dati il seguente testo:

Spett.le


Sono un vostro consumatore da tempo e apprezzo molto la qualità dei vostri prodotti; tuttavia vorrei conoscere il motivo per cui la vostra ditta non compare sulla Guida Pratica dei cosmetici della LAV (Lega Anti Vivisezione, www. lav.it), che so essere l’unica a basarsi su uno standard internazionale, così come ho saputo dalla stessa LAV. La stessa associazione mi ha comunicato che il disciplinare dello standard cosmetici si basa sul fatto che una ditta si impegna, dalla data indicata nella sottoscrizione allo standard, a non effettuare ne’ commissionare test su animali su prodotti ed ingredienti, monitorando tutta la filiera produttiva fino al produttore di materie prime. Inoltre la conformità allo standard della LAV è controllata da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale), cosa che rende lo standard serio e affidabile a mio avviso. L’adesione allo standard permette di evitare l’incremento della sperimentazione animale a scopo cosmetico, poiché il produttore di cosmetici utilizzerebbe solo le materie prime fino a quel momento in commercio e non le nuove che richiederebbero, per legge, nuovi test su animali.


Spero di trovare il vostro nome sulla nuova Guida della LAV, altrimenti rivolgerò i miei consumi altrove.


Cordiali saluti


Nome e Cognome

TEST SUGLI ANIMALI – PARTE I

ROSSETTI E CREME

Ogni anno in Europa migliaia di animali muoiono:

– sfigurati da rossetti

– intossicati da profumi

– bruciati da creme e saponi

per rispondere alle prescrizioni di una normativa che impone di testare i nuovi ingredienti sugli animali, anche se esistono:

• più di 10.000 ingredienti già disponibili da utilizzare per le aziende

• tanti metodi alternativi di ricerca

Da sondaggi effettuati in tutta Europa emerge che la maggioranza delle persone non considera lo sviluppo di nuovi cosmetici un motivo valido per l’uccisione e la tortura di animali. Eppure i cosmetici sperimentati su animali continuano a essere commercializzati. Fino a quando?

Grazie a una grande Campagna internazionale coordinata dalla Coalizione Europea contro la Vivisezione e alla quale la LAV ha partecipato, abbiamo ottenuto una Direttiva Europea che prevedeva il divieto di vendita di cosmetici sperimentati su animali a partire dal 1998.

Il termine è stato posticipato prima al 2000 e poi al 2002.

La Direttiva 2003/15/CE ha sancito un nuovo allungamento dei tempi: il bando totale ai test cosmetici su animali praticati all’interno dell’UE e il divieto di commercio di cosmetici sperimentati su animali sono slittati al 2013!

Fino al 2013, per evitare inutili sofferenze agli animali, possiamo: orientare i nostri consumi su cosmetici ottenuti senza sperimentare sugli animali, scegliendo solo le aziende aderenti allo “Standard Internazionale Non Testato su animali”, l’unico riconosciuto a livello internazionale.

Ovviamente questo non è facile direi a volte impossibile nel quotidiano e soprattutto nel campo medico!
Io dico però proviamoci!

SESSANT’ANNI DI TIRANNIA: LE PROTESTE DEI TIBETANI. DECINE DI ARRESTI IN INDIA E NEPAL

Dharamsala, 1 ottobre 2009. Mentre Pechino celebrava i sessant’anni della fondazione della Repubblica Popolare, in diverse parti del mondo i tibetani hanno inscenato manifestazioni di protesta per denunciare i soprusi e l’arroganza della Cina.

A New Delhi, la polizia indiana ha arrestato ventuno tibetani che, sventolando bandiere a lutto e avvolti nel vessillo tibetano, si erano riuniti di fronte all’ambasciata cinese, nella zona di massima sicurezza di Chanakyapuri. Gli attivisti, tutti appartenenti al Tibetan Youth Congress, hanno cercato di oltrepassare il muro di cinta dell’ambasciata (nella foto l’arresto di un tibetano). “Si sono arricchiti succhiando il sangue del popolo”, ha dichiarato un manifestante ai giornalisti. Un altro tibetano ha così affermato: “Noi del Tibetan Youth Congress non possiamo stare a guardare, i cinesi arrivano persino a cercare pretesti per attaccare l’India, il paese che per noi è un esempio e per il quale siamo disposti anche a sacrificare le nostre vite”.

Contemporaneamente, a Dharamsala, reggendo uno striscione con la scritta “Sessant’anni di Tirannia”, le maggiori Organizzazioni non Governative tibetane chiedevano la fine “dell’oppressivo regime comunista cinese” e invocavano l’avvento della democrazia in Cina e nelle altre regioni sotto il colonialismo di Pechino. In un comunicato congiunto, l’Associazione delle Donne Tibetane, il movimento Gu-Chu-Sum, il Partito Democratico del Tibet e la sezione indiana del gruppo Studenti per un Tibet Libero così dichiarano: “Le ONG tibetane, in solidarietà con il popolo della Cina, del Tibet e del Turkestan Orientale, si schierano unite contro il dispotico dominio del governo cinese”. “Nonostante i grandi cambiamenti e il progresso economico di questi ultimi sessant’anni, al popolo cinese sono ancora negati i fondamentali diritti umani”, prosegue il comunicato.

Queste le parole di Tsewang Rigzin, presidente del movimento Tibetan Youth Congress: “Oggi il regime comunista cinese celebra i sessant’anni della sua fondazione e noi siamo qui per denunciare i sessant’anni della brutale occupazione e oppressione del Tibet e del popolo tibetano”.

A Kathmandu, poliziotti in assetto antisommossa hanno fermato almeno trentotto tibetani che stavano protestando davanti a un edificio dell’ambasciata cinese. I manifestanti, sventolando bandiere tibetane, gridavano: “Non esistono diritti umani in Tibet” e “Vogliamo un Tibet libero”. Chabiraman Bhattarai, un ufficiale di polizia, ha dichiarato all’agenzia Afp che ”saranno rilasciati dopo le indagini necessarie”.

Notizie dell’ultim’ora, diffuse dall’agenzia Associated Press, riferiscono che i tibetani arrestati nella capitale nepalese sono una settantina.

Una spettacolare dimostrazione si è tenuta anche a New York, di fronte all’Empire State Building, illuminato con luci rosse e gialle in onore della celebrazione del sessantesimo anniversario della Repubblica Popolare. Un folto gruppo di tibetani e loro sostenitori hanno contestato la decisione dell’amministrazione cittadina alzando cartelli e striscioni in cui si denunciava la “vergognosa illuminazione” dell’edificio. Gridando slogan, i dimostranti spiegavano ai turisti che “la Cina racconta bugie e l’Empire State Building l’aiuta a mentire”.

(fonte: Phayul)

Questa voce è stata pubblicata il 4 Ottobre 2009, in TIBET.