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AGGIORNAMENTI TIBET E TEMATICHE RILEVANTI

SE UNDICI MORTI VI SEMBRAN POCHI…

Darsi fuoco per il Tibet: il grido di dolore e l’indifferenza del mondo
Drammatico quanto sta accadendo nel Tibet Orientale, nella Provincia di Ngaba ed attorno e dentro il monastero di Kirti. Sono già undici giovani tibetani di età compresa tra i 16 e i 20 anni, fra cui due ragazze, che si sono cosparsi di benzina e si sono dati fuoco per protestare contro l’occupazione cinese in Tibet. Lo hanno fatto nella quasi totale indifferenza dei media, dei governi, dei partiti politici. Gesti eroici e tragici che possono essere solo il frutto di una disperazione e una esasperazione che denunciano chiaramente le menzogne della propaganda cinese sulla situazione del Tetto del Mondo. (nella immagine: monache accorrono al ponte di Sumdho dove si appena data fuoco Tenzin Wangmo, monaca ventenne appartenente al monastero di Mamae Dechen Choerkorling, di Ngaba).

Per seguire le vicende del Tibet www.italiatibet.org o su FB il gruppo Torce Umane.

Il 10 Dicembre a Milano, in Via Benaco 4, davanti al consolato cinese alle 14.30, ci saremo anche noi. Per chiedere pacificamente il rispetto dei diritti umani anche in Tibet.

 

 

NUOVA PROVA DI FORZA FRA CINA ED INDIA SUL CONFINE TIBETANO?

Nel 1996, in occasione delle celebrazioni dei mille anni dalla fondazione do quello scrigno che è il monastero di Tabo (Spiti, HP), l’India propose alla Cina l’apertura del confine e l’uso della strada da Leh al Kailash. I cinesi risposero che il percorso era impraticabile. Quindici anni dopo, la strada fra Rutok e Demchok, posto di confine nel sud-est del Ladakh, è perfettamente agibile dal lato tibetano mentre è ancora disagiata da lato indiano. Mentre ai Ladakhi il governo centrale indiano vieta l’ampliamento del villaggio (c’è solo un grande edificio costruito per ospitare un emporio, ma mai messo in funzione) i cinesi hanno costruito numerosi edifici, una torre di osservazione. Clicca sulla immagine o qui per vedere il servizio della CNN-IBN su questo posto di confine descritto anche da Tucci. Nei mesi di ottobre e novembre, elicotteri cinesi sono entrati in territorio indiano per distruggere i bunker da loro costruiti nella guerra del 1962 e poi abbandonati, suscitando le ire della stampa e dei nazionalisti indiani e le preoccupazioni dei Ladakhi.

CHI PUO’ DONARE SANGUE? tutti purché rispettino e soddisfino i requisiti

 

Per diventare donatore devi soddisfare i requisiti di salute, stile di vita e i tempi tecnici previsti dal protocollo nazionale (e del buon senso). Se diventi donatore scegli di donare la vita e la salute o una terapia a chi è meno fortunato di te e ha bisogno di cure perché malato. Devi donare la vita, non aggravare la malattia di chi riceve la trasfusione se non peggio regalargli una ulteriore malattia o la morte.

I tempi tecnici richiesti e previsti dal protocollo sono fatti per assicurare sicurezza di sangue e derivati puliti e sani e non si transige. TUTTI ma proprio tutti dobbiamo rispettare questi tempi tecnici, nessuno escluso.

Le polemiche provocatorie sollevate da improbabili quotidiani online, seppur noti e seguiti, portano solo malumori e aizzano gli animi di chi non sa.

UOMINI E DONNE, ETERO O GAY, DEVONO RISPETTARE I PROTOCOLLI DI SICUREZZA PREVISTI PER LA DONAZIONE DI SANGUE.

Chi non è disposto a rispettare questo protocollo non faccia il donatore. Le rivendicazioni assurde di pretendere di fare una donazione con una relazione di poco più di tre mesi non ha fondamento, è rischiosa per il ricevente malato ed è da considerarsi comportamento inaccettabile. La fase finestra di alcune delle principali malattie infettive è di 3/4 mesi per questo motivo chi ha relazioni nuove o recenti deve aspettare i 4 mesi prima di potere donare. QUESTO VALE PER ETERO E OMOSESSUALI, VALE PER TUTTI.

QUESTO VALE ANCHE PER I DONATORI “ABITUALI” che sono considerati anche più attendibili perché già controllati da tempo. Se un donatore abituale ha una relazione nuova, anche se stabile, deve aspettare 4 mesi prima di presentarsi per una donazione. Un donatore questo lo sa e lo accetta per la sicurezza del malato. Chi non lo accetta non deve fare il donatore.

Scrivo questo post perché la polemica sollevata da una lesbica che vuole fare causa al Policlinico Umberto I di Roma è veramente una vergogna. La Signora in questione ha una relazione sessuale da poco più di tre mesi. E’ considerata ancora a rischio per fare una donazione. Non è considerata a rischio perché omosessuale, anche un etero sarebbe considerato a rischio.  Ma non perde occasione per fare le sue rivendicazioni, ovviamente sulla pelle del malato. La trovo una cosa veramente indegna. La donazione di sangue deve essere un atto generoso di amore per il prossimo, per aiutare un malato a guarire o a vivere. Non si può rischiare di peggiorare la malattia se non addirittura fargli rischiare altre malattie.

IL PROTOCOLLO NAZIONALE HA TEMPI TECNICI PRECISI CHE VALGONO PER TUTTI, OMOSESSUALI ED ETEROSESSUALI.

Se vuoi donare rispettalo. Se non vuoi rispettarlo non fare il donatore.

Se nella tua vita vuoi fare quello che ti pare non puoi farlo sulla pelle degli altri.

Se vuoi fare il donatore leggi bene il

“Protocollo per la selezione del donatore di sangue ed emoderivati”. 

 

Ricorda che donare è un dovere morale fatto con generosità e per il bene del malato.

Ricorda che non solo gli adulti si ammalano anche tanti bambini e ragazzi e hanno diritto alla vita e alla salute e non hanno doveri nei confronti di un donatore.

Donare non è un diritto. Le rivendicazioni si fanno fuori dagli ospedali e non devono riguardare i malati. Soprattutto sfruttare la malattia degli altri per fomentare malumori, provocare reazioni in chi non è informato, strumentalizzare per propri fini rivendicativi è veramente “inaccettabile”!

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Inesattezze in televisione sul Tibet, invasione liquidata in pochi minuti come pacifica

« Prima di addormentarmi, penso sempre per qualche minuto. Penso alla gente in Tibet. A quello che sta soffrendo, al suo dolore. E mentalmente recito una preghiera di ringraziamento per essere libero. Un rifugiato, ma libero. Che può parlare per il suo popolo e cercare di alleviarne le sofferenze. »

 

Il 6 Luglio il compleanno di Kundun è passato sotto silenzio, tutti hanno paura di irritare i cinesi, Barak Obam con il debito pubblico in mano ai cinesi prudentemente aveva per la prima volta rifiutato di ricevere il Dalai Lama, e quando lo ha fatto, lo ha fatto uscire dalla porta di servizio. Una vergogna!

Ieri finalmente qualcuno ha parlato di Tibet in televisione e ieri sera hanno rispolverato il film “7 anni in tibet”.

Pochi minuti in TV con un mare di inesattezze:

Il Tibet non è stato pacificamente riannesso,

il Tibet non è regione cinese o meglio lo è con la forza e la violenza,

è stato violentemente OCCUPATO,

il Tibet non si sta modernizzando grazie ai cinesi, sono i cinesi che ne hanno fatto una loro discarica nucleare e costruiscono autostrade perché a loro fa comodo,

i tibetani non sono alla ricerca di una identità, stanno cercando di mantenere la loro identità nonostante le violenze cinesi e nonostante il genocidio fisico e culturale che sono costretti a sopportare da ben 61 anni,

in cina ancora esistono e sono attivissimi i LAOGAI campi di concentramento disumani dove i tibetani e tutti i dissidenti politici languono, muiono, subiscono torture fisiche e lavaggi del cervello.

Il film racconta parzialmente ciò che è avvenuto e ancora avviene in Tibet.

Il Post.it scriveva il 6 Luglio:

“Centinaia di poliziotti schierati a Kathmandu, arresti e qualche tafferuglio: il governo teme che le celebrazioni facciano arrabbiare la Cina”

ma guarda un po’, i tibetani possono festeggiare in silenzio e a casa propria ma niente in pubblico vedi mai che i cinesi si arrabbiano!

Vedi articolo Il Nepal proibisce i festeggiamenti del compleanno del Dalai Lama

Tutti hanno paura di irritare i cinesi, l’economia mondiale è nelle loro mani, ma si vive solo di economia?

Se vuoi sapere la verità sul Tibet e sulla questione tibetana leggi questa categoria con il mio piccolissimo contributo,

leggi la tematica su Associazione Italia Tibet.

se vuoi sapere qualcosa di più non solo sul Tibet ma anche sulla religione, sulla vita di Kundun oppure su qualche libro del Dalai Lama per conoscerlo meglio puoi anche trovare piccoli contributi personali nel mio blog dedicato alla lettura  TIBET-DALAI LAMA su LEGGERE LIBRI

 

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