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CACCIA AL SENTORE: Ricetta – Filone o pagnotta ripiena………

Filone o pagnotta ripiena………
Una ricetta economica, nutriente, facile e di grande effetto.Comprare un bello filone o pagnotta di pane nel Lazio abbiamo il pane di Lariano io lo preferisco,
ma va benissimo anche un’altra tipologia purché sia buono, con una mollica che assorbe bene.
Svuotare la pagnotta in una insalatiera, tagliare i pomodorini a cubetti piccoli, cetrioli sotto aceto a cubetti piccoli, capperi sotto aceto, alice sotto olio, tonno di qualità al naturale , e olio extra-vergine d’oliva ( io uso olio extra-vergine della Sabina , ma non e’ indicativo l’importante e’ la qualità sempre.
Mescolare il tutto con le mani e riempire di nuovo la pagnotta , preparare la mattina per la sera , tenere in frigorifero. Non metto mozzarella e altro formaggio per il semplice fatto che se avanza il giorno dopo c’è il rischio che vada a male, mentre in questo modo e’ ancora più buono.Ottimo come antispato leggero .
buono appettito :-)

 

CACCIA AL SENTORE: E150d- Colorante caramello, un rischio è nascosto in molti alimenti

E150d- Colorante caramello, un rischio è nascosto in molti alimenti.

 

Colorante caramello, un rischio è nascosto in molti alimenti

L’autorevole rivista scientifica Lancet Oncology pubblica uno studio dello Iarc: nella lista delle sostanze potenzialmente cancerogene, una sostanza contenuta in alcuni coloranti presenti in molte bevande e alimenti
di MONICA RUBINO

SI TROVA in molte bibite, dalle cole al chinotto, ma anche nelle caramelle, in alcuni aceti balsamici e nella salsa di soia. Insomma in moltissimi alimenti che hanno bisogno di un’iniezione di colore marrone scuro. Stiamo parlando del colorante caramello solfito-ammoniacale, in codice E150 d, che secondo uno studio appena uscito sul numero di aprile del Lancet Oncology 1, è un possibile cancerogeno. Sotto accusa è un sottoprodotto del caramello in questione, il 4-MEI (4metilimidazolo), residuo non voluto del processo di produzione dei caramelli a base di ammoniaca. La ricerca è stata condotta dallo Iarc 2, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms, che ha classificato il 4-MEI tra le 249 sostanze potenzialmente cancerogene per l’uomo, cioè nel cosiddetto gruppo 2B.

“La popolazione è esposta al 4-methylimidazole attraverso la sua presenza nei caramelli di classe III e IV – si legge nell’articolo del Lancet – che sono coloranti ampiamente utilizzati, in particolare nelle bibite. Il 4-methylimidazole è stato testato riguardo alla carcinogenicità in topi e ratti e ha causato l’aumento dell’incidenza dei carcinomi degli alveoli e dei bronchi nei topi maschi e femmina, e della leucemia nei topi femmina. Il meccanismo di carcinogenesi non è stato ancora chiarito”, spiega lo Iarc sulla rivista.

Come racconta anche il settimanale dei consumatori il Salvagente, la prima ricerca che ha evidenziato la pericolosità del 4-MEI risale al 2007 e fu condotta dal National toxicology program 3(Ntp) degli Stati Uniti, autorevole agenzia di ricerca governativa. In seguito ai dati emersi dallo studio, lo stato della California inserì la sostanza, presente nei caramelli a base di ammoniaca, in una lista nera ufficiale, nota come Proposition 65, elaborata dall’agenzia della salute Oehha 4. Recentemente il Cspi 5 (Center for science in the public interest) ha chiesto in una petizione all’Fda 6 (Food and drug administration) di bandire i coloranti sintetici a base di ammonica, l’E 150 d per l’appunto, ma anche l’E150 c (classe III), sempre a base di ammoniaca e presente anch’esso in molti cibi e bevande. L’industria alimentare, inoltre, fa uso di altri due coloranti, il caramello semplice E150 a (classe I) e quello solfito-caustico E150 b (classe II).

Mentre si aspetta la decisione del ministero della Salute Usa, che cosa succede in Europa? L’Efsa 7, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha diffuso l’8 marzo una valutazione scientifica proprio sui caramelli, stabilendo per la prima volta una dose giornaliera accettabile (Dga) di gruppo (applicabile cioè a tutti e quattro i tipi di coloranti utilizzati dall’industria alimentare), pari a 0,3 g per Kg di peso corporeo al giorno. “L’Efsa non ha stabilito un limite specifico per l’E150 d”, spiega Catherine Leclercq, responsabile del programma di sorveglianza del rischio alimentare dell’Inran 8 (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti) e tra i partecipanti alla valutazione dello Iarc.

“Da indagini svolte sui prodotti in commercio utilizzate dall’Efsa- continua Leclercq- emerge che tutta una serie di prodotti largamente consumati dai bambini, come bibite gassate, gelati, prodotti da forno, dessert, possono contenere 5 g di questo colorante per kg di prodotto. Nelle caramelle si raggiungono concentrazioni di 300 g per kg di prodotto”. Ci vuol poco, dunque, a superare la dose giornaliera ammissibile e questo vale a maggior ragione per i più piccoli che hanno un peso corporeo inferiore: “Così un bambino di 3 anni che pesa 15 kg non dovrebbe ingerire più di 4.5 g di colorante caramello al giorno – continua la dottoressa Leclercq -. Per il caramello E150d questa dose si raggiunge ad esempio con il consumo quotidiano di una lattina di bibita (1.5 g di caramello in 330 ml) e 10 g di caramelle (3 g di caramello). E’ chiaro che un eventuale rischio per la salute è legato a un uso regolare e non saltuario di alimenti che contengono queste sostanze”.

Gli scienziati dell’Efsa nel loro parere, che è precedente alla pubblicazione dello studio Iarc sul Lancet e non prende in considerazione il rischio di cancerogenicità legato al 4-MEI, fissano solo per uno dei caramelli, l’E 150 c, un limite più restrittivo, pari a 100 mg /kg/pc/ giorno: “Siamo intervenuti su questo additivo considerando alcuni dubbi sui possibili effetti provocati sul sistema immunitario da uno dei suoi costituenti: il 2-acetil4-tetraidrossibutilimmidazolo (THI) – spiega John Christian Larsen, presidente del gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari (Ans) – questo significa che dei 300 mg/kg di peso corporeo ammissibili ogni giorno per i quattro coloranti caramello, solo 100 mg possono essere costituiti dall’E150 c”.

Riguardo al 4-MEI incriminato dallo Iarc, l’Efsa da una parte sdrammatizza sui rischi, dall’altra chiede all’industria di ridurlo al minimo tecnologicamente possibile, considerando che “Adulti e bambini – si legge nella nota dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare- che fanno ampio consumo di alimenti contenenti questi coloranti possono superare le dosi giornaliere accettabili stabilite per tre dei coloranti in questione (E150 a, E150 c, E150 d), nel caso in cui tali coloranti vengano utilizzati ai massimi livelli riferiti dall’industria”.

Di fatto, però, stabilire limiti di legge e mettere al bando le sostanze potenzialmente pericolose per la salute è compito della Commissione europea e non dell’Efsa. “E’ successo in passato – spiega ancora Leclercq – a proposito del Bisfenolo-A contenuto nella plastica dei biberon che, nonostante l’Efsa avesse pronunciato un parere tranquillizzante, la Commissione europea abbia deciso di bandire la sostanza. Per nessuno di questi additivi a base di caramello c’è, ad oggi, un limite massimo di legge. Probabilmente la Commissione interverrà in questa direzione”.

In Italia l’industria delle bevande analcoliche non fa uso di E150 c, ma utilizza in maniera più massiccia l’E150 d: “Non mi risulta ci sia un impiego contemporaneo di più caramelli in uno stesso prodotto- ci spiega David Dabiankov, direttore di Assobibe 9, l’associazione dei produttori di bibite analcoliche- e in ogni caso il tipo di colorante impiegato è chiaramente indicato in etichetta. Per questo i consumatori sono adeguatamente informati. In questo momento la sicurezza dei prodotti che contengono colorante caramello è stata confermata. E’ ovvio che, se ci saranno evoluzioni nelle normative, le aziende saranno tenute ad adeguarsi”.

CACCIA AL SENTORE: L’dentità di un paese si sente dal palato e naso….

la signora della bottega a Pinzolo una sola malga resiste ancora a Mandonna di Campiglio.

il pane un bisogno non un lusso....

L’dentità di un paese si sente dal palato e naso….

Nella Val Rendena sito nelle Dolomite del Brenta , tra un trekking e d’altro il mio sogno di trovare il pane come dio comanda e’ andato in frantumo. Per tre settimana il mio unico scopo era trovare il pane decente, purtroppo cerca che cerca niente, il fornaio si e’ adeguato alla richiesta del turismo, ormai si trova solo panini da albergo e pane con cereali che ha l’aspetto del cartone eppure il sapore…..parlando con le persone che vivono in questi posti la risposta ” il pane lo facciamo in casa”

Non solo il pane non e’ buono ma costa la bellezza di 5 euro al kilo, ora perché bisogna rispondere ad un domanda del turismo che sradica l’identità di un paese? Non sarà meglio educare il turismo ad accettare uso e costume del posto?

La frutta e le verdure  ( la lattuca del trentino 3,50 euro al kilo ) impossibile trovare la qualità solo grande distribuzione in un posto come Pinzolo ci sono la bellezza di cinque e forse più supermercati mentre le piccole botteghe sono come fantasmi in cerca di pace. Gli abitanti del posto hanno tutti l’orto per bellezza ma non solo  visto i prezzi ! Un altra cosa strana il formaggio di Malga, ormai le cosiddette malga vendono il loro latte tutti, a Rovereto che poi gli trasforma in formaggi da grande distribuzione pastorizzati distruggendo la qualità e la storia di una terra. Per non parlare delle mele del Trentino, a Roma un kilo di mele costa circa 1,50 euro mentre nella terra delle mele ho pagato 2,50 euro al kilo, il sidro impossibile trovarlo sembravo che chiedevo qualcosa di fuori legge…..

Per fortuna la natura e’ sempre bellissima malgrado tutto resiste anche sé sotto al ghiacciaio dell’Adamello nascosto sotto ad una roccia c’era la spazzatura lasciata lì da qualche imbecille….

Per concludere il formaggi a latte crudo l’ho trovato alla bottega del gusto a Pinzolo unica isola felice.

Mentre il pane ho buttato la spugna niente da fare, ho dovuto comprare il pane in casetta per mangiare qualcosa che rimane morbido ma non sa di pane..

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