Archivio | Gennaio 2010

STORIA DELLA BEFANA

La storia della nascita della Befana pone le sue radici all’interno di una tradizione culturale di matrice pagana, di superstizioni e aneddoti magici.

Il periodo natalizio si pone in un momento dell’anno che storicamente era ricco di rituali e usanze legati alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e all’idea di propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo.
Già gli antichi Romani celebravano l’inizio d’anno con feste in onore al dio Giano e alla dea Strenia (da cui strenna natalizia). Queste feste erano chiamate le Sigillaria; ci si scambiava auguri e doni in forma di statuette d’argilla o di bronzo e perfino d’oro e d’argento. Queste statuette erano dette “sigilla”, dal latino “sigillum”, diminutivo di “signum”, statua. Le Sigillaria erano attese soprattutto dai bambini che ricevevano in dono i loro sigilla (di solito di pasta dolce) in forma di bamboline e animaletti.

La Befana è un personaggio che ha colto suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali. Inizialmente, e si parla ancora del periodo romano politeista, la popolazione venerava Diana, la dea della caccia e della fecondità che nelle notti che precedevano l’inizio della nuova semina si diceva passasse, con un gruppo nutrito di donne, sopra i campi, proprio per renderli fertili e fecondi al nuovo raccolto.

L’enciclopedia Treccani ne dà la seguente definizione: è per il popolo un mitico personaggio in forma di orribile vecchia, che passa sulla terra dall’1 al 6 gennaio. Nell’ultima notte della sua dimora il mondo è pieno di prodigi: gli alberi si coprono di frutti, gli animali parlano, le acque dei fiumi e delle fonti si tramutano in oro. I bambini attendono regali; le fanciulle traggono al focolare gli oroscopi sulle future nozze, ponendo foglie di ulivo sulla cenere calda; ragazzi e adulti, in comitiva, vanno per il villaggio cantando…in alcuni luoghi si prepara con cenci e stoppa un fantoccio e lo si espone alle finestre…I contadini della Romagna toscana sogliono invece portarlo in giro sopra un carretto, con urli e fischi, fino alla piazzetta del villaggio, ove accendono i falò destinati a bruciare la Befana…Gli studiosi vedono nel bruciamento del fantoccio (la Vecchia, la Befana, la Strega), che persiste un po’ dappertutto in Europa, la sopravvivenza periodica degli spiriti malefici, facendo risalire il mito della befana a tradizioni magiche precristiane…

Col passare dei secoli la deriva pagana diede spazio alle interpretazioni cristiane; siamo ovviamente in un medioevo fatto di persecuzioni alle streghe e di forte fervore religioso. Ed è qui che avviene un primo incontro di culture, la bella Diana diviene una brutta donna e i riti dei falò (si bruciava il vecchio per dare spazio al nuovo) divengono dei veri e propri roghi della vecchia, dove una simbolica attempata strega viene posta al di sopra di questi roghi. Le contaminazioni pagane e cristiane generano quindi una figura di donna che è un misto di entrambe le culture, da una parte vive la buona Diana e dall’altra la cattiva strega che deve essere bruciata.

Questo rito propiziatorio, a cui ancora oggi possiamo assistere, è stato poi abbracciato dalla chiesa ed è qui che nasce la leggenda bella Befana. Si dice che i Re Magi in viaggio per Betlemme avessero chiesto informazioni sulla strada ad una vecchia, e che avessero insistito perché lei andasse con loro a portare i doni al salvatore. La vecchia rifiutò, ma poco dopo, pentita, preparò un cestino di dolci e si mise in cerca dei Magi e del bambino Gesù.

Non trovandoli bussò ad ogni porta e consegnò dolci ai bambini sperando di potersi così far perdonare la mancanza. Con la mediazione del cristianesimo la Befana diviene quindi una specie di strega, vestita di stracci, brutta e che vola sopra i tetti con una scopa, ed ha quindi un lato perfido che la rende un personaggio estremamente affascinante. Se infatti molti altri benefattori come Babbo Natale o San Nicola portano doni a tutti, la Befana porta dei regali modesti e tanto carbone a chi non è stato buono.

L’etimologia del nome Befana, è strettamente legato al nome della festa, è una derivazione infatti delle forme dialettali con cui il popolo esprimeva il termine “Epifania”. Il dualismo affascinante che sta sotto alla figura di questa vecchia è forse il motivo per cui non è mai diventata un vero e proprio oggetto commerciale, fatta esclusione per gli ultimi anni.

Se San Nicola è un santo protettore, e Babbo Natale un paffuto rubicondo nonnino che accontenta tutti i bambini, la Befana è invece la sostanza femminile pagana di una lunga tradizione rituale contadina.
Non porta soldi, e non ha neppure un gruppo di elfi artigiani per fare regali, la Befana tradizionale porta arance, noci, piccoli dolci casalinghi e carbone, ultimamente zuccherato ma comunque carbone, e ci ricorda che dopo le feste si torna a lavorare a “sgobbare” per i frutti del terreno.

Non è un caso l’usanza di dire “l’epifania tutte le feste porta via”. Perché è proprio dopo il sei Gennaio che il contadino ricominciava con la nuova semina, che si riprendevano i fervori casalinghi per dar vita ad un nuovo, e si sperava, prosperoso raccolto.

La Befana è un personaggio molto inserito nella cultura italiana ma questa leggenda trova riscontri anche nelle tradizioni precristiane olandesi o tedesche.

E così presso i tedeschi del nord troviamo Frau Holle che nella Germania del sud, diventa Frau Berchta. Entrambe queste “Signore” portano in sé il bene e il male: sono gentili, benevole, sono le dee della vegetazione e della fertilità, le protettrici delle filatrici, ma nello stesso tempo si dimostrano cattive e spietate contro chi fa del male o è prepotente e violento. Si spostano volando o su una scopa o su un carro, seguite dalle “signore della notte”, le maghe e le streghe e le anime dei non battezzati.

Questa voce è stata pubblicata il 4 Gennaio 2010, in FESTE.

GAZA – Aggiornamenti dal Cairo e una lettera da Gaza

Il 31/12/2009 si è svolta la Gaza Freedom March a Gaza, a cui hanno partecipato solo i Palestinesi e meno di 100 internazionali (dei 1400 attivisti presenti al Cairo), che l’Egitto ha lasciato entrare a Gaza.

Gli internazionali al Cairo hanno continuato tutto il giorno a manifestare pacificamente al Cairo la loro determinazione a chiedere giustizia e libertà per Gaza e per tutta la Palestina. Sono stati continuamente aggrediti e dispersi o sequestrati negli alberghi da una solerte polizia Egiziana in assetto anti sommossa. Ci sono feriti, anche tra i 140 Italiani (non ho notizie dettagliate sul numero di feriti, la notizia è stata data dal TG3 ).

Ma gli attivisti non demordono ancora, chiedono a tutto il mondo attenzione, 30 sono in sciopero della fame ed hanno dichiarato che continueranno fino a quando anche Gaza, assediata, non riuscirà a mangiare

“Il piacere del nostro cibo è mescolato alla sofferenza dei Palesinesi.” In sostanza dichiarano: Non riprenderemo a mangiare finchè a Gaza non avranno riacquistato il diritto al cibo, ad una casa e alla libertà.

Ad iniziare lo sciopero della fame è stata Hedy Epstein, l’85enne sopravvissuta all’Olocausto, che da 5 giorni è in sciopero assieme a 29 attivisti.

DI SEGUITO LA COMMOVENTE LETTERA CHE SCRIVONO DA GAZA I PALESTINESI ASSEDIATI:
 
Per cortesia inoltrate questa lettera a tutti I sostenitori della Gaza Freedom March e dite loro che li aspettiamo ancora, marceremo con loro dentro Gaza presto! Non mollate, noi non cadremo!
Majed Abusalama

Noi sognatori della libertà a Gaza aspettiamo le “candele della speranza” che ardono fuori.

Ad un anno dal massacro di Gaza, il nostro cuore è allietato nel vedere tutti questi sostenitori dal mondo intero che ci salutano come fratelli e sorelle e ci trasmettono energie positive sufficienti per continuare ad essere ottimisti sul fatto che tutto il mondo un giorno chiederà ai propri leader di fermare la fondazione di nuove colonie in Cisgiordania e di rimuovere il blocco di Gaza.

Comunque, nonostante tutta questa attesa, proteste, sciopero della fame e dimostrazioni, il governo Egiziano ha consentito solo a 100 persone di entrare a Gaza. Noi giovani di Gaza diciamo che NON è sufficiente per interrompere il blocco. Gaza non vuole dipendere dagli “aiuti”. E non vogliamo solo poche persone autorizzate ad entrare una volta ogni tanto. La popolazione di Gaza vuole interrompere l’assedio completamente e per sempre. Abbiamo appena iniziato e siamo ancora piccoli, ma ora dobbiamo crescere, diventare tanti e forti.

Aspettiamo ancora che possiate entrare tutti a Gaza e di poter condividere con voi le sensazioni, i sentimenti, ma anche sel’Egitto vi costringe fuori, il lavoro che state svolgendo in Egitto è importante. L’Egitto è uno degli artefici del blocco, quindi apprezziamo molto tutte le azioni di protesta e solidarietà che avete condotto in ogni “centro nevralgico” di quella grande città che è il Cairo, rischiando parecchio la vostra incolumità personale,. Avete dimostrato il vostro sostegno a Gaza e alla Palestina forte e chiaro, cercando di svegliare l’umanità intera e sensibilizzarla sulle condizioni degli oltre 1 milione e mezzo di abitanti di Gaza che soffrono oramai da quattro anni.

Per favore, non smettete di lottare, non importa cosa accada. Con il vostro aiuto, noi otterremo giustizia e pace. Marciamo per la pace insieme.

Aspettiamo ancora che la Gaza Freedom March arrivi dal Cairo e Noi siamo contro la decisione del governo Egiziano! Siate i benvenuti a Gaza con l’augurio di un Felice Anno Nuovo senza Assedio, senza Settlements (Colonie) e senza Occupazione!

Majed Abusalama
Representative of Youth in Gaza
Community Activist and Peace Maker
Gaza strip, Palestine
[email protected]
+972599828830