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LA VERA VIOLENZA SU DONNE e BAMBINI – BOLLETTINO DI GUERRA – SCONCERTANTE – QUESTO E’ PREOCCUPANTE!

 
VIOLENZA SULLE DONNE

Questo è davvero preoccupante!
Eiste un sito che monitorizza, più esattamente fa un vero e proprio bollettino di guerra sulle violenze a danno di donne, bambini e non solo.
Pubblica notizie sicure, bollettini ANSA.
E ovviamente questi sono solo i casi denunciati o emersi. Chissà quanti casi sono “nascosti” per vergogna, paura ……..
Tenetelo d’okkio e capirete chi davvero è violento, chi abusa di bambini e donne.
E’ un resoconto di ciò che capita in Italia quotidianamente, la VERA VIOLENZA.
Stupri, pedofilia, razzismo ……………..
Tutto in Italia!
Un dato sconcertante!

Visitare il sito BOLLETTINO DI GUERRA
che praticamente è la continuazione del vecchio BURQA BLOG

Pensiamoci SEMPRE, ogni giorno, ogni momento. Pensiamoci quando parliamo di violenza! E chiediamoci quale è la vera violenza!

Questa voce è stata pubblicata il 17 Febbraio 2011, in CAMPAGNE UMANI.

Nella giornata della memoria io ricordo i “LAOGAI” ancora esistenti e funzionanti in Cina!

Il Laogai Handbook 2008
LAOGAI 
abbreviazione di laodong gaizao 
significato : “riforma attraverso il lavoro”
 tutt’ora attivi
i campi di concentramento del 2. e 3.o millennio
DIRITTI UMANI  : ZERO


Vennero aperti nel 1950 da Mao Zedong su consulenza sovietica a imitazione dei Gulag. A tutt’oggi i Gulag sono inattivi, così pare. I laogai invece sono aperti e attivissimi.
Il numero di campi aperti è “Segreto di Stato” in Cina ovviamente ma il Il Laogai Handbook 2008 ne conta 1.440 aperti e attivi.
 Ufficialmente i campi sono un mezzo per rieducare i criminali con il lavoro. In realtà servono per sfruttare terrore, intimidazione, lavaggio del cervello, tortura contro i dissidenti politici, contro i rivoluzionari, contro chi osa opporsi alla linea politica. Inoltre sono una enorme forza lavoro gratuita. Schiavi senza diritti civili e quindi DIRITTI UMANI ZERO
I ragazzi della protesta di piazza Tien’anmen (in cina definita “incidente” di piazza Tien’anmen) sono morti o spariti divorati dai Laogai.
I Laogai sono pieni di tibetani (vedi la questione tibetana nei post che ho pubblicato sotto l’etichetta TIBET) rinchiusi da sempre. Il fine : genocidio fisico e culturale. La cultura tibetana deve sparire. Per fortuna non riusciranno nell’impresa.
Il lavaggio del cervello è uno dei metodi più soft finalizzati a indottrinare i detenuti con lezioni quotidiane dopo le lunghe ore di lavoro per giungere all’autocritica, all’autoaccusa pubblica e diventare leali al “Partito” Ciò va dimostrato anche denunciando amici e parenti etc 

Harry Wu ( attivista per i diritti umani cinese  naturalizzato statunitense) fu arrestato perchè cattolico e considerato controrivoluzionario di destra e detenuto dal 1960 al 1979
Spiega :  
quando si entra nel campo, la prima cosa è confessare il proprio crimine. Bisogna ripetutamente dire loro il proprio crimine. Non dimenticare mai nessun dettaglio. La confessione è di primaria importanza, perchè distrugge la dignità. Bisogna dire ’ sono un criminale, sono colpevole, voglio accettare la riforma del pensiero, voglio cambiare me stesso, voglio essere fedele al presidente Mao

Lu Decheng fu uno dei 3 ragazzi che lanciarono uova contro il ritratto ufficiale di Mao nell’ottobre 1989 durante la famosa protesta studentesca di Tien’anmen, arrestato è stato “ospitato” in un “campo di lavoro” cinese.
Molto bella l’intervista rilasciata a Riccardo Cascioli di “Avvenire” nel 2007
Uno stralcio dall’intervista per capire immediatamente perchè sono sempre più numerosi e attivi i Laogai :
“Lei sta dicendo che i giocattoli che acquistiamo, e anche gli alberi di Natale di plastica, possono provenire dai campi di lavoro forzato?Certo, nei laogai si produce di tutto, per il mercato interno e per l’esportazione. Per il governo cinese è una grande risorsa economica, perché i laogai permettono ampia disponibilità di manodopera a costo zero, così da rendere particolarmente competitivi i prodotti cinesi. È anche per questo che i laogai sono in aumento.”

IL CASO DELL’ADULTERIO DI SAKINEH E’ UNA TRAGICA MISTIFICAZIONE Intanto cosa sta sopportando Cosa le stanno facendo??????? Non scordiamoci di lei! MAI

IL CASO DELL’ADULTERIO DI SAKINEH
E’ UNA TRAGICA MISTIFICAZIONE
Il caso dell’adulterio di Sakineh è una tragica mistificazione piena zeppa di violazioni di diritti umani. All’inizio doveva essere lapidata. Successivamente il governo iraniano ha dovuto revocare la sentenza dopo che i suoi figli hanno provocato una gigantesca protesta contro quell’accusa ridicola: lei non conosceva la lingua usata nel processo, e i presunti episodi di adulterio risalivano a un momento successivo alla morte del marito.

Poi il suo avvocato è stato costretto all’esilio, e a suo carico è stata inventata un’altra accusa: l’omicidio del marito, nonostante il fatto che un altro uomo fosse stato condannato per lo stesso motivo. Sakineh è stata torturata ed esposta sulle televisioni nazionali per “confessare”. Mesi fa il regime ha arrestato due giornalisti tedeschi, il suo avvocato e suo figlio, che ha portato avanti con coraggio una campagna internazionale per salvare sua madre. il figlio di Sakineh e l’avvocato sono stati torturati senza alcuna possibilità di difesa legale FORSE SONO ANCORA IN CARCERE


La sentenza di morte per lapidazione di Sakineh è stata sospesa, ma la donna rischia ancora la pena capitale per impiccagione per complicità nell’omicidio del marito!

Sakineh Mohammadi Ashtiani, l’iraniana condannata a morte per lapidazione, non è stata rilasciata, contrariamente a quanto aveva annunciato ieri un gruppo per i diritti umani citando “fonti in Iran”. Lo la detto questa mattina l’emittente statale iraniana Press Tv
E’ ancora nelle loro mani e come la stanno trattando? Cosa le stanno facendo?

NON DIMENTICHIAMOCI DI SAKINEH

da Wikipedia
Sakineh Mohammadi Ashtiani fu condannata per la prima volta il 15 maggio 2006, da un tribunale di Tabriz, per il reato di “relazione illecita” con due uomini in seguito alla morte del marito. Fu condannata a ricevere 99 frustate, e la condanna venne eseguita.[4] In seguito, nel settembre 2006 ricevette una nuova condanna quando un tribunale penale accusò uno dei due uomini per il coinvolgimento nella morte del marito di Mohammadi Ashtiani. Per questo venne condannata per adulterio mentre ancora sposata, e condannata a morte per lapidazione. Malek Ejdar Sharifi, capo della magistratura nella provincia di Azerbaijan affermò che “La donna è stata condannata alla pena capitale per aver commesso omicidio e adulterio.”[5][6] La Corte Suprema iraniana confermò la sua condanna a morte il 27 maggio 2007, che in seguito fu rinviata, solo un perdono dell’Ayatollah Ali Khamenei avrebbe potuto impedire l’esecuzione[7]. Il 12 agosto 2010, fu trasmesso dalla prigione iraniana Tabriz un programma televisivo di Stato che seguì la confessione di Ashtiani per adulterio e per il coinvolgimento nell’omicidio del marito. Il suo avvocato sostenne che fosse stata torturata per due giorni prima del colloquio[8]. Il 20 Agosto il London Times pubblicò la foto di una donna senza velo indicandola erroneamente come la Mohammadi Ashtiani.[9] Il 28 settembre 2010 Sakineh è stata condannata alla pena capitale mediante impiccagione per l’omicidio del marito.[10]
Il 2 novembre 2010 il Comitato Internazionale contro la lapidazione ha riferito che le autorità di Teheran hanno dato l’autorizzazione per la condanna, da eseguire nella prigione di Tabriz il3 novembre[11], quando invece Mina Ahadi, la portavoce del Comitato internazionale contro le esecuzioni, ha dichiarato che Sakineh non è stata giustiziata; le pressioni dei governi occidentali sul regime di Teheran avrebbero contribuito alla decisione[12].
Il 9 dicembre 2010 varie fonti del Comitato internazionale contro la lapidazione hanno confermato ufficialmente che l’8 dicembre Sakineh è stata scarcerata, insieme al figlio Sajjad Qaderzadeh e all’avvocato Javid Hutan Kian[13]. La notizia della liberazione è stata tuttavia smentita da un’emittente televisiva iraniana già il giorno seguente, spiegando che la donna era stata portata nella sua abitazione con il figlio solo per “produrre una ricostruzione video dell’omicidio sulla scena del delitto”
NON DIMENTICHIAMOCI DI SAKINEH!


da AGENZIA RADICALE
Sakineh, l’inganno di Teheran
venerdì 10 dicembre 2010

Il “caso Sakineh”, ovvero sulla sua presunta e tanto attesa liberazione, sembra ancora poco chiaro. L’emittente televisiva iraniana, Press Tv, ha smentito, questa mattina, la notizia della liberazione di Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per complicità di omicidio del marito.

Secondo quanto fa sapere l’emittente televisiva iraniana, infatti, sembrerebbero un equivoco le immagini che solo ieri ritraevano la donna a casa sua, ma che in realtà si trattava semplicemente di estratti di un programma televisivo “Iran today” della stessa emittente che ricostruiscono le circostanze del suo caso giudiziario.

Ma dall’atro canto, dichiarazioni al quanto “sconcertanti”arrivano da parte di Taher Djafarizad, attivista del Comitato antilapidazione, che ha dichiarato, dopo la smentita della tv iraniana, che la donna iraniana “era stata effettivamente liberata, forse 3 giorni fa. Secondo Djafarizad “il regime ha usato il suo rilascio perché  erano in corso i colloqui tra Iran e il gruppo del 5+1 sul nucleare”. L’attivista antilapidazioni afferma, infatti, che la liberazione era stata annunciata anche da alcuni quotidiani vicini al regime, “ma poi l’hanno riportata in carcere ingannando ancora una volta lei e la comunità internazionale”
SERENA GUERRERA 

AGENZIA RADICALE – SAKINEH





NON DIMENTICHIAMO SAKINEH!


Questa voce è stata pubblicata il 10 Dicembre 2010, in CAMPAGNE UMANI.